Il Gap Year, che sia di un anno o solo di pochi mesi, è comunque un periodo di tempo continuativo a nostra disposizione, come difficilmente ne avrete in futuro, e questo ci mette in condizioni, se vogliamo, di preparare e realizzare una nostra “grande impresa”. Intendo con questo qualcosa che, in linea con le nostre passioni, esca comunque dall’ordinario, ci consenta di metterci in gioco e, dopo, diventare uno dei momenti topici della nostra vita, da raccontare a figli e nipoti (possibilmente non anche a tutti i nostri vicini di ombrellone in età adulta).

Fra queste ci sono certamente i lunghi percorsi da completare a piedi o con altri mezzi non motorizzati: il Cammino di Santiago, la via Francigena, ad esempio, in Europa, ma anche tanti altri in tutto il mondo, con un mix variabile di interesse storico e naturalistico. Citiamo come semplice stimolo:

via Francigena (www.viefrancigene.org/it) che in realtà erano, e sono, più percorsi paralleli, parte da Canterbury per arrivare a Roma. 1800 chilometri percorribili in un periodo fra i due e i tre mesi, a seconda del passo e delle soste;

anche il Cammino di Santiago de Compostela (www.hellogreen.it/cammino-santiago-cosa-devi-sapere-partire), in realtà, non è un unico percorso ma diverse rotte che portano alla cittadina, considerata la terza città sacra della cristianità dopo Gerusalemme e Roma. Abbiamo il Cammino francese, di 800 chilometri diviso in 25 tappe, che parte dalla città di Saint-Jean-Pied-de-Port, sul versante francese dei Pirenei, e con sentieri sterrati tra boschi e altipiani arriva alla meta attraversando Pamplona, Logroño, Burgos, León, Astorga. C’è poi il Cammino del Nord, il più antico, che inizia a Irun, alla frontiera franco-spagnola. Meno battuto di quello francese, questo percorso è leggermente più impegnativo, non solo in quanto più lungo di circa 50 chilometri, ma perché più ondulato, con saliscendi, ed esposto al clima atlantico;

il cammino portoghese è il meno turistico. È lungo circa 760 chilometri partendo da Ponte de Lima, in Portogallo, per arrivare a Santiago passando lungo il litorale a picco sull’oceano, oppure 630 chilometri se si parte da Lisbona. Proprio per essere meno turistico, questo percorso presenta delle difficoltà (ad esempio non sempre il cammino è ben segnalato), ma anche maggior fascino;

via Dinarica (https://viadinarica.com/en), da Lubiana a Skopje, per un totale di 1.930 chilometri attraversando Slovenia, Croazia, Bosnia-Erzegovina, Montenegro, Albania, Kosovo e Macedonia lungo vecchie strade militari, rotte di commercio e tratturi. In alcuni tratti in particolare, anche per ragioni di sicurezza, è consigliabile avere una guida;

il Jordan Trail (http://jordantrail.org) attraversa il Paese dalle montagne del Nord al deserto che costeggia il Mar Rosso a sud per un totale di 650 chilometri. Si toccano località uniche come Petra, resti archeologici romani, antiche fortezze crociate, paesaggi dal deserto alle montagne alle oasi coltivate, a contatto della cultura beduina, anche grazie ai rustici bed&-breakfast dove potete fare sosta. Consigliabile aggregarsi a un gruppo, con guida;

Appalachian Trail (www.appalachiantrail.org): 3.515 km che tagliano la fascia Est degli Stati Uniti, da Springer Mountain in Georgia a Mount Katahdin nel Maine, attraversando Georgia, North Carolina, Tennessee, Virginia, West Virginia, Maryland, Pennsylvania, New Jersey, New York, Connecticut, Massachusetts, Vermont, New Hampshire, Maine. Come gli altri grandi sentieri usa (Pacific Crest Trail e Continental Divide Trail), il sentiero è percorribile in completa autonomia. Almeno se non avete visto Un tranquillo weekend di paura o tanti altri B-movie del genere horror;

Sentiero dei pellegrini di Shikoku (www.shikokuhenrotrail.com, sito non particolarmente moderno): è un vecchio cammino buddista che percorre il periplo dell’isola di Shikoku in Giappone. 1200 chilometri che toccano 88 templi in paesaggi e ambienti molto particolari. Una esperienza non solo sportiva ma realmente spirituale;

Samuel&Florence Baker Trail (www.thebakertrail.com): 805 chilometri che partono da Giuba, in Sudan del Sud, attraverso l’Uganda fino a Baker’s View, sul Lago Albert, per poi proseguire alle Murchison Falls, che interrompono il Nilo con un salto di 43 metri nel Lago Victoria. Il tragitto non è ancora completo ma può essere percorso in molti tratti. Consigliabile aggregarsi a un gruppo con guida.

Inca Trail (www.inca-trail.com.pe), da Cuzco a Machu Picchu in Perù. Un sentiero fra i più famosi, che unisce storia e natura in soli 45 chilometri. Okay, non abbastanza per farne l’impresa della vita ma, già che parlavamo di sentieri…

Un discorso a parte è la Carretera Panamericana, che con nomi diversi percorre tutta la costa pacifica dalla Patagonia all’Alaska, per un totale di poco superiore ai 25.000 km. Pur con grande variabilità della sede stradale da una zona all’altra, il tracciato è sostanzialmente completo escluso un piccolo tratto fra Colombia e Panama, nella zona di montagna coperta da foreste tropicali chiamata Tapón de Darién. Alcuni tratti, sterrati e di pessima qualità, non sono percorribili durante la stagione delle piogge, mentre in altre il livello di sicurezza (guerriglia, criminalità) è tale da sconsigliare il passaggio, se non in modo molto prudente e organizzato (se no, la vostra “grande impresa” non sarete voi a raccontarla, né ci saranno, del resto, figli cui raccontarla).

Anche solo per la sua lunghezza, nei tempi pur comodi che il Gap Year potrebbe consentire, sarà possibile compiere a piedi o in bici solo dei tratti parziali. Ma ciascuno è sicuramente in sé una grande impresa. Ad esempio la Carretera Austral (https://thecarreteraaustral.wordpress.com/route), 1300 chilometri da Puerto Montt, in Cile (o, seguendo parzialmente una diversa rotta Bariloche, in Argentina), fino a Punta Arenas (tecnicamente la Austral arriva fino a Villa O’ Higgins, ma poi la strada continua e, a questo punto, vale la pena arrivare in fondo). Questa impresa deve essere fatta in estate e, per via dei venti prevalenti, è consigliabile farla da nord a sud. Si può fare in autonomia (meglio non in solitaria) ma ci sono agenzie (www.cicloaustralchile.com) che organizzano gruppi anche per sotto-tratte.

Distanze più lunghe possono essere coperte, con livelli di avventura non inferiori, in auto o in moto. Un percorso entrato nell’immaginario è quello coperto in moto, in nove mesi, dal giovane Ernesto “Che” Guevara con il suo amico Alberto Granado e descritto nel libro, e film, Latinoamericana – I diari della Motocicletta. Anche loro due, incidentalmente lo hanno fatto in un anno sabbatico preso durante gli studi di medicina. Da Buenos Aires al Cile e poi verso nord, lungo la Panamericana fino a Caracas.