Jingting “Lily” Kang, studente del secondo anno dell’Università di Notre Dame, parla delle lezioni che ha appreso durante un viaggio di volontariato, al liceo, in una zona rurale della Cina. Sebbene all’inizio abbia trovato l’esperienza gratificante, è stata poi delusa e amareggiata dall’apprendere che il suo lavoro non ha fatto una differenza positiva nella vita delle persone che voleva aiutare. Al contrario, era stata parte di un meccanismo perverso che crea danni alle comunità locali che si pretende di aiutare. La sua lezione per i tanti  si offrono come volontari a livello internazionale è di ricordare tre principi:

  • Aiutare come volontario non è una transazione: non deve essere fatto per farci sentire meglio, per compensare i nostri sensi di colpa, per avere qualcosa in più sul nostro CV
  • Aiutare come volontario non significa salvare il mondo. Impossibile farlo in una settimana. E dietro la macchina commerciale che serve a farcelo credere, spesso si nascondono drammi 
  • Aiutare come volontario richiede rispetto. Non si possono imporre i nostri valori, presentarci come i “cavalieri bianchi”