Ho rivolto qualche domanda ad Altea, una ragazza che ha avuto due esperienze come “au pair”: una pessima, da cui è dovuta “scappare”, ed una molto positiva che l’ha arricchita in modo significativo.

Fra le esperienze realizzabili all’interno di un Gap Year c’è quella del “Au Pair”, andare “alla pari” in una famiglia, per imparare una lingua e vivere una esperienza all’estero.I vantaggi sono molteplici e molto concreti. Per un periodo che può arrivare ad un anno si vive presso una famiglia, con alcuni compiti relativi alla cura dei figli e della casa, ricevendo vitto e alloggio ed un “pocket money” variabile (Altea in USA riceveva 200 dollari alla settimana). Questa formula, che non è più destinata solo alle ragazze ma anche ai ragazzi, consente un Gap Year praticamente a costo zero, considerando che in 6 mesi si possono mettere da parte si soldi per viaggiare e fare altre esperienze nei restanti 3/4 mesi. Imprescindibile fare bene i “compiti a casa” nello scegliere la famiglia, informandosi sulla zona dove vivono, parlando se possibile con altri che magari sono andati da loro prima di voi, rendendovi conto se c’è “affinità” fra voi e loro. Occorre comunque SEMPRE chiarire molto molto bene, e per iscritto, cosa si aspettano da voi in termini di mansioni da svolgere e orari. Le esperienze sono le più variegate: da situazioni da incubo, praticamente delle colf sottopagate e senza orario a situazioni da sogno, in famiglie fantastiche che cercano più uno scambio culturale per i figli che non solo un aiuto in casa. Essenziale nei casi la situazione si riveli diversa dalle attese, cambiare subito famiglia, e per questo è preferibile rivolgersi ad una agenzia, che avrà la responsabilità di assicurare il “mantenimento dei patti”.

Altea cura un canale You Tube dove affronta questo ed altri temi relativi allo studio delle lingue.